tratto da The Mythology of the British Isles di Charles Squire, traduzione di Jason R. Forbus
Alla fine raggiunsero la "Terra della Giovinezza" e lì Ossian dimorò con Niamh per trecento anni e in grande lietezza - finché un giorno, all'improvviso, ricordò Erin e i Feniani. Allora, nel suo cuore crebbe grande il desiderio di rivedere il suo paese e la sua gente. A malincuore, Niamh gli diede il permesso di partire donandogli un destriero fatato per il lungo e pericoloso viaggio. Una cosa sola gli fece giurare: di non lasciare che i suoi piedi nudi toccassero il terreno. Ossian promise, e raggiunse l'Irlanda sulle ali del vento. Una volta arrivato trovò che tutto era cambiato. Chiese subito di Finn e dei Feniani, e gli fu detto che quei nomi appartenevano a persone che avevano vissuto molto tempo fa e le cui gesta erano scritte in libri antichi. La battaglia di Gabhra era stata combattuta e San Patrizio era giunto in Irlanda, dove aveva reso tutto nuovo. Le forme stesse degli uomini erano cambiate; sembravano nani rispetto ai giganti dei suoi tempi. Vedendone trecento tentare invano di sollevare una lastra di marmo, si avvicinò loro con sprezzante gentilezza e la sollevò con una mano. Ma, mentre lo faceva, la sella dorata si spezzò per lo sforzo e Ossian cadde da cavallo, toccando la terra con i piedi. Il cavallo fatato svanì e Ossian si alzò da terra, non più divinamente giovane, biondo e forte, ma un vecchio cieco, con i capelli grigi e avvizzito.
Numerose ballate narrano come Ossian, ormai ancorato al suolo per via della sua età venerabile, incapace di provvedere a se stesso, fu accolto da San Patrizio nella sua casa affinché si convertisse al dio-Cristo. Il santo gli dipinse nei colori più vivaci il paradiso, che sarebbe stato suo se solo si fosse pentito, e nelle tinte più fosche l'inferno dove ora languivano i suoi compagni di un tempo. Ossian rispose alle argomentazioni e minacce del santo in un linguaggio straordinariamente schietto. Non riusciva a credere che le porte del paradiso sarebbero rimaste chiuse se i Feniani avessero voluto entrarvi, o che Dio stesso non sarebbe stato orgoglioso di avere Finn come amico. E se così non fosse stato, che bene gli avrebbe fatto la vita eterna senza la possibilità di cacciare, corteggiare belle donne e ascoltare la musica e le canzoni dei bardi?
No, lui avrebbe raggiunto i Feniani: che sedessero intorno a un fuoco o dentro di esso. E così morì come aveva vissuto.
scritti dal traduttore, Jason R. Forbus:
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