Affronti gli incubi
scansandoli con
la mano
allontani anche
me
che vorrei
lanciarti un’ancora
nella notte.
Non c’è onda che
possa affogare
il tuo pianto
angosciato,
inesperto
capitano di due anni
affronti incredulo per la prima volta
una tempesta di
proporzioni orrende:
la solitudine
che scoppia,
furiosa
quando nei tuoi
sogni
scompaiono volti vicini
e orizzonti
lontani.
Figlio mio,
possa tu avere
il cuore per
bussola
il tuo, colmo di
tutte le meraviglie
dei giorni a
venire.
di Jason R.
Forbus
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