martedì 27 luglio 2021

La Madre e il Poeta di Elizabeth Barrett Browning

Elizabeth Barrett Browning nacque a Durham il 6 marzo 1806, crescendo in una famiglia abbiente (il padre si era arricchito con le piantagioni di zucchero in Giamaica). Elizabeth dimostra sin da bambina un forte amore per la letteratura e la poesia, leggendo Milton, Dante e Shakespeare; a dodici anni scrive il suo primo poema epico.

Incisione di Elizabeth Barrett Browning
realizzata da quadro a opera di Chappel nel 1872

Fra il 1832 e il 1837, un dissesto finanziario costringe la famiglia a cedere la tenuta di Malvern Hills e, dopo aver traslocato tre volte, stabilirsi a Londra. In questo stesso periodo Elizabeth soffre gravi problemi fisici che la renderanno invalida agli arti inferiori, costringendola a una vita di solitudine.

Conosce la celebrità nel 1844, quando i suoi Poems la consacreranno tra i principali scrittori del tempo. Il poeta Robert Browning scopre Elizabeth proprio leggendo questa opera e, dopo uno scambio epistolare e un incontro avvenuto nel 1845, i due si sposano a Firenze dove si erano trasferiti per fuggire al padre di lei, fortemente contrario alle nozze.

Nel 1850 viene edita la sua raccolta Sonnets from the Portuguese, forse la sua opera più nota.

In Italia, Elizabeth si interessa fortemente alla politica della penisola divenendo tra i principali intellettuali a sostenere l'Unità, cui fa riferimento il poema Mother and Poet qui tradotto. Il testo allude a Laura Savio, poetessa e patriota torinese i cui figli Alfredo (1838-1860) ed Emilio (1837-1861) morirono durante il Risorgimento. Si fa infatti riferimento all'Assedio di Ancona del 1815 e all'Assedio di Gaeta del 1860 in cui morirono entrambi i figli della Savio. Il poema fu pubblicato nel 1862 all'interno della raccolta Last Poems (1862) e quindi postumo alla morte di Elizabeth, avvenuta il 29 giugno del 1861 a seguito di un aggravamento delle sue condizioni di salute.

Le spoglie mortali di Elizabeth Barrett Browning sono custodite presso il Cimitero degli Inglesi di Firenze.

Il sarcofago di E. B. B. ideato da Lord Leighton.


La Madre e il Poeta 

di Elizabeth Barrett Browning 

traduzione di Jason R. Forbus 

 

I. 

Morti! Uno fucilato sul mare d’oriente, 

l’altro fucilato sul mare d’occidente. 

Morti! entrambi i miei ragazzi! Quando siederete alla festa 

E vorrete una grande canzone per l'Italia libera, 

Che nessuno guardi me

 

II. 

Eppure ero una poetessa appena l'anno scorso, 

E brava nella mia arte, per una donna – dicevano gli uomini; 

Ma questa donna, proprio lei, qui agonizzante, 

— Il mare d'oriente e il mare d'occidente rimano nella sua testa 

Per sempre. 

 

III. 

In quale arte può essere brava una donna? Oh, vanitosa! 

In che arte è brava se non a farsi male al seno 

Con i denti da latte dei bambini, sorridendo per il dolore? 

Ah figlioli, quanto male facevate! succhiavate con forza, 

E io fiera dell’impresa. 

 

IV. 

Quale arte è buona per una donna? Tenere in grembo 

Entrambi i suoi gioielli! Sentirne le braccia intorno al collo, 

Avvinghiate, strangolando un pochino! cucire per gradi 

E ricamare i lunghi pigiamini e il cappottino pulito; 

Sognare e fare. 

 

V. 

Insegnar loro... È là che punge! Ho loro dato 

Chiara la pronuncia di Nazione. Ho insegnato loro, senza dubbio, 

Che Nazione è cosa per cui gli uomini dovrebbero morire, all’occorrenza. 

Ho parlato di libertà, diritti e del 

Tiranno cacciato. 

 

VI. 

E quando i loro occhi lampeggiavano... O miei begli occhi! ... 

Esultavo; anzi, che si presentassero ai cilindri 

Delle pistole, senza negarsi. Ma poi lo stupore 

Quando si resta soli! Poi si piange, ci si inginocchia! 

Dio, come si sente la casa! 

 

VII. 

All'inizio arrivarono buone notizie, in lettere colme di gioia 

Con i miei baci, — di vita da campo e gloria, e come 

Entrambi mi amavano; presto sarebbero tornati a casa per essere viziati 

In cambio scacciando le mosche dalla mia fronte 

Con i loro verdi rami di alloro. 

 

VIII. 

Poi fu il trionfo a Torino: Ancona era libera! 

E qualcuno emerse dal giubilo in strada, 

La faccia bianca come il marmo, per dirmi qualcosa. 

Il mio Guido era morto! caddi ai suoi piedi, 

Mentre in strada festeggiavano. 

 

IX. 

L'ho sopportato; gli amici mi hanno calmata; il mio dolore sembrava sublime 

Come il riscatto dell'Italia. Uno di quei ragazzi è rimasto 

Perché alle sue spalle e al suo fianco ricordassimo il momento 

In cui il primo divenne immortale, mentre entrambi ci sforzavamo 

Di raggiungerne l’altezza. 

 

X. 

E le lettere ancora arrivavano, più corte, più tristi, più forti, 

Ora scritte da una mano sola, non dovevo svenire, - 

Uno mi amava per due - sarebbe stato con me tra non molto: 

E Viva l'Italia! —il nostro santo è morto per essa 

E vieta ogni nostro lamento. 

 

XI. 

Il mio Nanni aggiungeva, era al sicuro e consapevole 

Di una presenza a deviare i proiettili, — era certo 

Fosse Guido, lui sapeva cos’ero in grado di sopportare, 

E come fosse impossibile, ormai svuotata, 

Vivere per altro. 

 

XII. 

Sul quale, senza sosta, sulla linea del telegrafo 

Senza intoppi giunsero le nuove da Gaeta: — Colpito. 

Dillo a sua madre. Ah, ah, sua, 'loro' madre, non mia, 

Nessuna voce più mi dice "Mia madre". Cosa? 

Credi che Guido se ne sia dimenticato? 

 

XIII. 

Son forse le anime libere così felici che, stordite dal Cielo, 

Sulla terra lascian cadere gli affetti e più non soffrono? 

Non credo. Solo di recente hanno ricevuto il perdono 

Attraverso QUELL’Amore e QUEL Dolore che riconciliano così 

Quello che è in Alto e quello che è in BASSO.  

 

XIV. 

O Cristo delle cinque piaghe, che guardi attraverso le tenebre 

In faccia a Tua madre! considera, ti prego, 

Come noi madri mortali restiamo sole, nota 

i figli che non sono Cristi e che muoiono con gli occhi altrove rivolti, 

E nessuna ultima parola da dire! 

 

XV. 

Entrambi i ragazzi morti? ma questo è fuori natura. Noi tutti 

Siam stati patrioti, eppure ogni casa deve sempre averne uno. 

Siamo stati degli imbecilli a scavare strade fino a un muro; 

E, quando l'Italia si è fatta, per quale scopo 

Se non abbiamo un figlio? 

 

XVI. 

Ah ah ah! quando Gaeta sarà presa, allora cosa?  

Quando la bella e crudele regina più non presiederà al suo svago  

Di palle infuocate e di morte a schiantare le anime degli uomini?  

Quando i cannoni Cavalli con rimbecco finale  

Avranno interrotto il gioco? 

 

XVII. 

Quando Venezia e Roma celebreranno il loro nuovo giubileo, 

Quando la tua bandiera prenderà tutto il paradiso con il suo bianco, verde e rosso, 

Quando avrai il tuo paese dalla montagna al mare, 

Quando Re Vittorio avrà in testa la corona d'Italia, 

(E io i miei Morti) - 

 

XVIII. 

Cosa succederà? Non prendermi in giro. Ah, suona le tue campane a bassa voce, 

E ardi debolmente le tue luci! Il mio paese è lì, 

Sopra la stella puntata dall’ultima vetta innevata: 

La mia Italia È LÀ, con la mia coraggiosa Coppia di patrioti, 

A spazzar via la disperazione! 

 

XIX. 

Perdonami. Alcune donne partoriscono con forza, 

Trattenendo il grido del loro dolore con disprezzo di sé; 

Ma i dolori del parto delle nazioni a lungo ci doleranno  

In un lamento come questo - e siederemo abbandonate 

Quando l'uomo-bambino sarà nato. 

 

XX. 

Morti! Uno fucilato sul mare d’oriente, 

l’altro fucilato sul mare d’occidente. 

Morti! entrambi i miei ragazzi! Quando siederete alla festa 

E vorrete una grande canzone per l'Italia libera, 

Che nessuno guardi me! 


Il traduttore, pur apprezzando la poesia in quanto pregevole opera artistica, non ne condivide il messaggio pro-risorgimentale. L'Italia andava unita ma non come avvenne.


I. 

Dead ! One of them shot by the sea in the east, 

And one of them shot in the west by the sea. 

Dead ! both my boys ! When you sit at the feast 

And are wanting a great song for Italy free, 

Let none look at me ! 

 

II. 

Yet I was a poetess only last year, 

And good at my art, for a woman, men said ; 

But this woman, this, who is agonized here, 

— The east sea and west sea rhyme on in her head 

For ever instead. 

 

III. 

What art can a woman be good at ? Oh, vain ! 

What art is she good at, but hurting her breast 

With the milk-teeth of babes, and a smile at the pain ? 

Ah boys, how you hurt ! you were strong as you pressed, 

And I proud, by that test. 

 

IV. 

What art's for a woman ? To hold on her knees 

Both darlings ! to feel all their arms round her throat, 

Cling, strangle a little ! to sew by degrees 

And 'broider the long-clothes and neat little coat ; 

To dream and to doat. 

 

V. 

To teach them ... It stings there ! I made them indeed 

Speak plain the word country. I taught them, no doubt, 

That a country's a thing men should die for at need. 

I prated of liberty, rights, and about 

The tyrant cast out. 

 

VI. 

And when their eyes flashed ... O my beautiful eyes ! ... 

I exulted ; nay, let them go forth at the wheels 

Of the guns, and denied not. But then the surprise 

When one sits quite alone ! Then one weeps, then one kneels ! 

God, how the house feels ! 

 

VII. 

At first, happy news came, in gay letters moiled 

With my kisses, — of camp-life and glory, and how 

They both loved me ; and, soon coming home to be spoiled 

In return would fan off every fly from my brow 

With their green laurel-bough. 

 

VIII. 

Then was triumph at Turin : Ancona was free !' 

And some one came out of the cheers in the street, 

With a face pale as stone, to say something to me. 

My Guido was dead ! I fell down at his feet, 

While they cheered in the street. 

 

IX. 

I bore it ; friends soothed me ; my grief looked sublime 

As the ransom of Italy. One boy remained 

To be leant on and walked with, recalling the time 

When the first grew immortal, while both of us strained 

To the height he had gained. 

 

X. 

And letters still came, shorter, sadder, more strong, 

Writ now but in one hand, I was not to faint, — 

One loved me for two — would be with me ere long : 

And Viva l' Italia ! — he died for, our saint, 

Who forbids our complaint." 

 

XI. 

My Nanni would add, he was safe, and aware 

Of a presence that turned off the balls, — was imprest 

It was Guido himself, who knew what I could bear, 

And how 'twas impossible, quite dispossessed, 

To live on for the rest." 

 

XII. 

On which, without pause, up the telegraph line 

Swept smoothly the next news from Gaeta : — Shot

Tell his mother. Ah, ah, his, ' their ' mother, — not mine, ' 

No voice says "My mother" again to me. What ! 

You think Guido forgot ? 

 

XIII. 

Are souls straight so happy that, dizzy with Heaven, 

They drop earth's affections, conceive not of woe ? 

I think not. Themselves were too lately forgiven 

Through THAT Love and Sorrow which reconciled so 

The Above and Below. 

 

XIV. 

O Christ of the five wounds, who look'dst through the dark 

To the face of Thy mother ! consider, I pray, 

How we common mothers stand desolate, mark, 

Whose sons, not being Christs, die with eyes turned away, 

And no last word to say ! 

 

XV. 

Both boys dead ? but that's out of nature. We all 

Have been patriots, yet each house must always keep one. 

'Twere imbecile, hewing out roads to a wall ; 

And, when Italy 's made, for what end is it done 

If we have not a son ? 

 

XVI. 

Ah, ah, ah ! when Gaeta's taken, what then ? 

When the fair wicked queen sits no more at her sport 

Of the fire-balls of death crashing souls out of men ? 

When the guns of Cavalli with final retort 

Have cut the game short ? 

 

XVII. 

When Venice and Rome keep their new jubilee, 

When your flag takes all heaven for its white, green, and red, 

When you have your country from mountain to sea, 

When King Victor has Italy's crown on his head, 

(And I have my Dead) — 

 

XVIII. 

What then ? Do not mock me. Ah, ring your bells low, 

And burn your lights faintly ! My country is there

Above the star pricked by the last peak of snow : 

My Italy 's THERE, with my brave civic Pair, 

To disfranchise despair ! 

 

XIX. 

Forgive me. Some women bear children in strength, 

And bite back the cry of their pain in self-scorn ; 

But the birth-pangs of nations will wring us at length 

Into wail such as this — and we sit on forlorn 

When the man-child is born. 

 

XX. 

Dead ! One of them shot by the sea in the east, 

And one of them shot in the west by the sea. 

Both ! both my boys ! If in keeping the feast 

You want a great song for your Italy free, 

Let none look at me ! 

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