Si rese conto di aver finito la bomboletta troppo tardi. Il ragazzino occhialuto, che da grande avrebbe fatto il leccaculo, non si lasciò sfuggire l'opportunità e lo sbombolettò da cima a piedi. Letteralmente, visto che la madre lo aveva vestito da faggio.
La creatività burlona del suo costume, oltre a renderlo lento e impacciato come un vero albero, gli aveva meritato la derisione di ogni coetaneo. A quell'età si può essere due cose: zombi o punk anni '90 con tanto di bandana. Tutto il resto è démodé.
La stigma non aveva però impedito al nostro eroe fronzuto di unirsi a una banda e scorrazzare per il paese imbrattando le vetrine dei negozi, terrorizzando ragazzine urlanti e meritandosi le occhiatacce di qualche genitore con bambino al seguito.
Tutto era concesso: uova marce, merde finte, fialette puzzolenti, bombolette. Non mancavano palloncini pieni di piscio, arance con lamette e altre simpatiche invenzioni per trascorrere nella giusta allegria il Carnevale.
D'un tratto, l'Apocalisse: la famigerata Banda dei Costanzo muoveva contro di loro, un gruppo di non più di trenta ma ben armati. La calma tra i suoi commilitoni durò poco. Il 'rompete le righe' lo diede un ragazzino un po' zombi e un po' punk, una crisi di identità che si tradusse in una roboante scoreggia seguita da una fuga rocambolesca tra i vicoli.
I più fortunati si dileguarono mentre alcuni davvero stronzi e opportunisti si mescolarono subito ai vincitori. Per il giovane faggio c'erano poche speranze di farla franca. Si accostò al muro di un palazzo sperando di mantenere integra la sua dignità silvestre. Immaginate la sua meraviglia quando i guerriglieri gli passarono accanto senza nemmeno sfiorarlo. Si era mimetizzatoh!
di Jason R. Forbus
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