L’esperienza de “Il Golfo del Libro” è sul punto di
concludersi; uno stand di libri,
collocato come uno scoglio fra la fiumana di persone che si riversano per il
centro storico di Sant’Erasmo in Gaeta durante il periodo estivo, ha proposto
letteratura locale – di autori del territorio, per intenderci – a un pubblico
da cui, altrimenti, difficilmente sarebbe mai riuscito a farsi conoscere.
Avrei potuto optare per libri di autori più noti ma, eterno esordiente
io stesso, ho preferito puntare su un’iniziativa azzardata e ad alto rischio Titanic. Il pubblico, nell’epoca degli
smartphone e degli e-reader, ha risposto
bene – non benissimo, bene – a titoli perlopiù sconosciuti in edizione cartacea,
spesso freschi di stampa e a costi che certo non possono competere con i 2 euro
e 59 e affini con cui, nel periodo estivo, spesso vengono proposti i best-seller di scrittori italiani e in
particolare stranieri affermati (King, Follet, ecc.).
Da questa esperienza ho appreso che:
Ma soprattutto ho appreso che:
Non esiste una formula magica per il successo – inteso come riconoscimento di massa – e se la conoscessi certo non sarei qui oggi. Va da sé che, oltre alla conclusione di cui sopra, sento di dover fare un’ultimissima constatazione. O scrittore esordiente, non puoi “nutrirti del sistema se prima non lo alimenti”, ovvero, non puoi aspettarti che sconosciuti comprino il tuo libro se tu in primis non lo fai. E il sistema di cui parlo è in realtà un eco-sistema fragilissimo che richiede molte e costanti cure. Da alcuni esordienti mi sono sentito addirittura rispondere: io non compro mai libri di autori sconosciuti. E allora come ci si può aspettare che una casa editrice dia fiducia a un esordiente? Un po’ di coerenza intellettuale non guasterebbe. Sia chiaro: la selezione di un manoscritto di un esordiente rispetto ad un altro non segue semplici motivazioni di merito quanto – e questo è particolarmente vero per le grandi case editrici – una politica complessa e strutturata di difficile comprensione per chi, come noi, si trova più in basso. Quindi perché non dare fiducia a un testo che potrebbe rivelarsi altrettanto valido (se non di più) dell’opera vincente del Premio Strega? Food for thought…
- La poesia – la poesia di esordienti – è difficilmente proponibile in una “bancarella” e richiederebbe presentazioni ad hoc che, per motivi logistici, sono difficilmente realizzabili;
- La veste grafica di un libro è importante. Il contenuto lo è di più ma, come per tutte le cose, anche l’occhio vuole la sua parte. Fra molti libri, il passante nota quello con il testo e la copertina più accattivanti. Solo allora lo volta per leggere la quarta di copertina. Questo è un passaggio cruciale.
- Piacciono fiabe con illustrazioni dai colori vivaci; di un titolo, altrettanto valido ma privo di questo elemento grafico, non ho venduto neppure una copia;
- La saggistica, anche quella assai specifica, trova sempre la sua clientela di nicchia;
- Gli uomini leggono di gran lunga meno narrativa delle donne (e questo non era una novità), preferendogli la saggistica.
Ma soprattutto ho appreso che:
- Autore esordiente, internet per te e la tua opera è semplice fumo negli occhi. Tanto lavoro per aggiornare blog, siti internet, fan page e quant’altro ma alla fine si resta una piccola goccia nell’oceano, un oceano che ha molto da offrire ma a pochissimi pesci, che inevitabilmente fanno un determinato tipo di scelte preferendo titoli noti a costi minori. E come biasimarli?
- Ne consegue che l’e-book per Kindle sia un tentativo piuttosto futile di affacciarsi sul panorama letterario. Gli amici e i parenti che comprano il vostro libro non contano e anzi, alla lunga rischiano di logorare la stima che riponete nella vostra opera. Fanno eccezione, ovviamente, libri sensazionalisti quali “Melissa P.”, di qualche anno fa, che godé anche di una morbosa attenzione mediatica; di cucina (nell’epoca del cosiddetto food porn e delle fotografie scattate ai propri pasti, che cos’altro potremmo aspettarci? Simili attenzioni a cibo e piaceri “bassi” caratterizzano sempre la fine di una civiltà per introdurre poi un rinnovamento culturale).
Ma io divago. Insomma: l’esordiente non può permettersi di
rinunciare al cartaceo per il semplice motivo che deve stare fra la gente, in
piazza e con l’oggetto fisico “libro” fra le mani. In parole povere, deve essere visto. Deve passare dalla
non-entità all’entità per uscire dal limbo dell’anonimato. A meno che,
ovviamente, non si desideri pubblicare secondo le modalità di quello che gli
inglesi chiamano a ragione vanity
publishing e quindi pagare una sedicente casa editrice per ottenere uno
sparuto numero di copie per poi donarle ai suddetti amici e parenti, scelta
altrettanto valida purché consapevole.
Non esiste una formula magica per il successo – inteso come riconoscimento di massa – e se la conoscessi certo non sarei qui oggi. Va da sé che, oltre alla conclusione di cui sopra, sento di dover fare un’ultimissima constatazione. O scrittore esordiente, non puoi “nutrirti del sistema se prima non lo alimenti”, ovvero, non puoi aspettarti che sconosciuti comprino il tuo libro se tu in primis non lo fai. E il sistema di cui parlo è in realtà un eco-sistema fragilissimo che richiede molte e costanti cure. Da alcuni esordienti mi sono sentito addirittura rispondere: io non compro mai libri di autori sconosciuti. E allora come ci si può aspettare che una casa editrice dia fiducia a un esordiente? Un po’ di coerenza intellettuale non guasterebbe. Sia chiaro: la selezione di un manoscritto di un esordiente rispetto ad un altro non segue semplici motivazioni di merito quanto – e questo è particolarmente vero per le grandi case editrici – una politica complessa e strutturata di difficile comprensione per chi, come noi, si trova più in basso. Quindi perché non dare fiducia a un testo che potrebbe rivelarsi altrettanto valido (se non di più) dell’opera vincente del Premio Strega? Food for thought…
In conclusione, colgo l’occasione per
salutare tutti voi con affetto e nella speranza di replicare questa iniziativa
che mi ha permesso di conoscere molti personaggi interessanti del territorio,
promuovere buona letteratura locale e vivere di libri. Grazie infinite soprattutto all'Assessore alla Cultura di Gaeta, la Professoressa Sabina Mitrano, per aver creduto in questa iniziativa.
Con l'augurio di (ri)leggerci presto,
Con l'augurio di (ri)leggerci presto,
Jason R. Forbus
Ideatore de “Il Golfo del Libro”
cantasogni.blogspot.it
Nessun commento:
Posta un commento