Da qualche parte in Arkansas, uno sceriffo così parlò a un condannato:
Ascolta, straniero
ho visitato tutti i paesi
dove giuri di essere stato
ma nessuno ricorda il tuo volto.
Forse l’hai perduto
in quella città di pietra
dove hai imparato ad odiare;
forse te l’ha rubato il vento
su quelle dannate montagne,
o forse è affogato in quel fiume
che sembrava profondo
come il sonno alla fine del giorno.
Forse, dico, forse
ti è caduto
su quel sentiero polveroso
e giace sepolto
con i tuoi anni ribelli.
Quella donna dice
di non averti mai amato
e il parroco è pronto a giurare
di non averti mai battezzato.
Mi dispiace, straniero
se questa sera non berrai whisky
e non cavalcherai in sella al tuo destriero,
mi dispiace se giunto il tramonto
la tua bisaccia resterà vuota;
ma non disperare, e ricorda:
a tutti gli uomini un giorno
deve sorrider la forca.
E tu considerati fortunato
perché ti seppelliremo
lontano da ogni frastuono,
laggiù in quel prato.
Nessuno fra noi ricorda il tuo volto,
ma giuro che lo cercherò
finché sarò morto,
e quando infine lo avrò trovato
al mondo mostrerò
il riso ed il pianto
di un condannato.
Quando la corda si tese, lo sceriffo si calcò il cappello sulla testa e dai gradini scese. Così cominciò la sua leggendaria cerca di quel volto dannato per apprendere se qualcuno al mondo lo avesse mai amato.
di Jason R. Forbus
Nessun commento:
Posta un commento