domenica 3 agosto 2025

Rovine di Campello di Itri e ipotesi su pietra

Questo pezzo irregolare di calcare locale, grossolanamente squadrato e con una superficie molto erosa, presenta in più punti coppie di solchi paralleli e un solco centrale più lungo che è attraversato da piccole linee trasversali. Questi segni appaiono intenzionali e non dovuti solo all’erosione e sono disposti in modo da ricordare un motivo a croce.

In una parte della pietra un lungo solco verticale è incrociato da due barre orizzontali più corte. La barra inferiore più lunga e quella superiore più corta ricordano la “croce patriarcale” o “croce di Lorena”, che presenta appunto due bracci orizzontali. Questa forma era diffusa nel mondo bizantino ed è presente su tombe e reliquiari. In alternativa, se in origine era presente un solo braccio trasversale, potrebbe trattarsi di una semplice croce latina, quella tradizionale con il braccio inferiore più lungo.

Altrimenti, una croce tau? Sul lato sinistro della lastra si nota un solco verticale profondo con un taglio trasversale che forma una “T”. La croce Tau (crux commissa) è un altro simbolo cristiano antico. Fu adottata dai monaci Antoniani e successivamente dai Francescani e potrebbe indicare l’appartenenza a una comunità religiosa o segnare un luogo di devozione lungo un percorso.

Ma anche, semplicemente, una pietra di confine. In luoghi come il Dartmoor in Inghilterra, semplici croci in pietra venivano erette per orientare i viandanti e segnare i confini tra monasteri o parrocchie. La dorsale dei Monti Aurunci attorno a Campello è ugualmente remota, quindi è possibile che la croce incisa servisse a segnare un sentiero medievale o i limiti di un possedimento ecclesiastico.

Senza farci troppi voli pindarici: potrebbe trattarsi di semplici solchi paralleli creati nel momento in cui il muratore sgrossò la pietra con piccone o ascia. Ciò che sembra una scritta potrebbe quindi essere semplicemente un tratto della lavorazione e non un’iscrizione.


Il contesto storico in cui è situata la pietra lo conosciamo. Campello (il castrum Campelli) era un insediamento fortificato costruito intorno all’XI secolo. In un primo tempo apparteneva al ducato di Gaeta e successivamente alla contea di Fondi; nel 1176 il barone di Campello dovette fornire cinque uomini per la crociata indetta da papa Urbano II e nel 1269 l’insediamento contava circa 160 abitanti. Il luogo fu abbandonato a metà del XV secolo.

Una (ipotizzabile) croce incisa in questo periodo si inserisce dunque nella storia del territorio: la comunità subiva l’influenza bizantina (Gaeta rimase legata a Bisanzio fino all’XI secolo) e partecipò alle crociate, quindi sia la croce patriarcale a due bracci che la semplice croce latina sono plausibili.

Non avremo mai una spiegazione certa sulle incisioni, considerata l'usura cui è soggetta la pietra, ma la disposizione dei solchi lascia decisamente volare l'immaginazione, suggerendo una simbologia cristiana piuttosto che danni casuali...

Per chi volesse recarsi sul posto, consiglio pantaloni lunghi, scarpe comode, repellente per zecche nel periodo estivo (l'area in questo periodo è regolarmente attraversata da mucche al pascolo).

Foto e articolo di Jason R. Forbus

i massi che delimitavano la strada


si nota l'antica strada che conduceva all'insediamento fortificato di Campello


rovine del torrione


il torrione di Campello


lunedì 2 giugno 2025

Visione rosa

Visione rosa,
perdizione del colore
ed è abominio eretico.

L'uniformità che avviluppa
atomi di ossigeno
integrati a pieno e generati
in molecole artificiali.

Morbidi vortici e spirali
che non fanno male
in un mare sempre piatto
e sempre rosa
nulla può cambiare.

Resto a mollo
nella densità angosciosa
filtrando l'aria
nel cullarsi dei gorghi
che uccidono.


Jason R. Forbus