domenica 17 agosto 2025

To Rise in Fire

For you, fellow traveler in the dark—fellow searcher, fellow dreamer:


Part I

How long the walk,

and how dark the road!

It makes me think

that my soul is abandoned to itself,

forgotten by the drinking buddies

of a long-gone day,

when I loved a tender tigress

and believed in this hypocritical society.


Damned demons spit their acid

on my wounds,

infecting them with hate for the past

and fear for the future—

yes, because all the wisdom of a man

can suddenly vanish

before two beautiful, evil eyes.

This is the irony of life:

we delve deep into study

only to learn our weakness.


Part II

Don’t you feel the earth’s wind?

It comes to take you

with its hopes and vain glory.

So run—run away from it!


Keep on learning,

keep on searching

the secret that many sought

but none have found.


For there is no supreme secret,

no mystery of life—

it is only human nature

that needs to give itself reasons

where none exist.


Part III

Ages live in words,

and as far as the sky stretches,

so my mind wanders,

there and beyond,

just to sing a song.


“Fool,” you say,

“and useless!”—

but fantasy is what gives

my life its meaning:

something indescribable,

eternal.


I am ready to sacrifice

my entire soul to it,

today and tomorrow.


Part IV

Seated in this dark library,

reading and thinking

by the comfort of a candle,

far from the chaos

of the outside world,

everything seems

ancient and true,

filled with knowledge.


Images rise from the fog of the past—

revivals of moments and emotions

summoned by turning pages;

great men exist now

only through tiny black letters.


Is this life, then?

Are we all born only to die—

to end as empty words

in a dark library?


Do we not see the sun

rise and fall?

Do we not see the stars?

Do we not dream,

love,

ponder philosophy?


Why then are we not gods?

Why should we not

seek the secret reason

for walking upon

this ball of mud?


Part V

Tear up the book of gods!

Give your people a new hope.

Bring onto mortal soil

a spark of heaven

that immortals hoard for themselves.


And if demons with their fires

threaten still the world—

then take with you the oceans

and unleash their power!


For man was not born

to bow in darkness,

but to rise in fire,

to dream, to love,

to shape the future with his hands.


Jason R. Forbus




domenica 3 agosto 2025

Rovine di Campello di Itri e ipotesi su pietra

Durante una passeggiata nel sito delle "rovine di Campello" in data 2 agosto 2025, notavo un pezzo irregolare di calcare locale, grossolanamente squadrato e con una superficie molto erosa. La pietra presentava in più punti coppie di solchi paralleli e un solco centrale più lungo che è attraversato da brevi linee trasversali. Questi segni mi sono apparsi intenzionali e non dovuti solo all’erosione, disposti com'erano in modo da ricordare un motivo a croce.

Una precisazione è però d'obbligo. In questo articolo mi sono divertito a proporre alcune ipotesi riguardo la "pietra di Campello" ma riconosco subito che i segni oggetto di tali ipotesi sono probabilmente da attribuire all'azione di agenti atmosferici o, volendo fare un ragionamento più ardito, trattasi di solchi paralleli creati nel momento in cui il muratore sgrossò la pietra. In ogni caso, le ipotesi sono l'occasione giusta per scoprire la storia di un luogo decisamente affascinante nel cuore di Campello sui Monti Aurunci che dominano la cittadina di Itri, in provincia di Latina. Se state programmando una passeggiata in questo bosco, leggete fino alla fine.

Procediamo ora al vaglio di tre ipotesi.

In una parte della pietra un lungo solco verticale è incrociato da due barre orizzontali più corte. La barra inferiore più lunga e quella superiore più corta ricordano la “croce patriarcale” o “croce di Lorena”, che presenta appunto due bracci orizzontali. Questa forma era diffusa nel mondo bizantino ed è presente su tombe e reliquiari. In alternativa, se in origine era presente un solo braccio trasversale, potrebbe trattarsi di una semplice croce latina, quella tradizionale con il braccio inferiore più lungo.

Altrimenti, una croce tau? Sul lato sinistro della lastra si nota un solco verticale profondo con un taglio trasversale che forma una “T”. La croce Tau (crux commissa) è un altro simbolo cristiano antico. Fu adottata dai monaci Antoniani e successivamente dai Francescani e potrebbe indicare l’appartenenza a una comunità religiosa o segnare un luogo di devozione lungo un percorso.

Ma anche, semplicemente, una pietra di confine. In luoghi come il Dartmoor in Inghilterra, semplici croci in pietra venivano erette per orientare i viandanti e segnare i confini tra monasteri o parrocchie. La dorsale dei Monti Aurunci attorno a Campello è ugualmente remota, quindi è possibile che la croce incisa servisse a segnare un sentiero medievale o i limiti di un possedimento ecclesiastico.



Il contesto storico in cui è situata la pietra lo conosciamo. Campello (il castrum Campelli) era un insediamento fortificato costruito intorno all’XI secolo. In un primo tempo apparteneva al ducato di Gaeta e successivamente alla contea di Fondi; nel 1176 il barone di Campello dovette fornire cinque uomini per la crociata indetta da papa Urbano II e nel 1269 l’insediamento contava circa 160 abitanti. Il luogo fu abbandonato a metà del XV secolo.

Una (ipotizzabile) croce incisa in questo periodo si inserisce dunque nella storia del territorio: la comunità subiva l’influenza bizantina (Gaeta rimase legata a Bisanzio fino all’XI secolo) e partecipò alle crociate, quindi sia la croce patriarcale a due bracci che la semplice croce latina sono plausibili.

Non avremo mai una spiegazione certa sulle incisioni, considerata l'usura cui è soggetta la pietra, ma la disposizione dei solchi lascia decisamente volare l'immaginazione, suggerendo una simbologia cristiana piuttosto che danni casuali...

Per chi volesse recarsi sul posto, consiglio pantaloni lunghi, scarpe comode, repellente per zecche nel periodo estivo (l'area in questo periodo è regolarmente attraversata da mucche al pascolo).

Foto e articolo di Jason R. Forbus

i massi che delimitavano la strada


si nota l'antica strada che conduceva all'insediamento fortificato di Campello


rovine del torrione


il torrione di Campello